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In questo ambiente sono presenti gli strumenti utilizzati da secoli e fino agli anni '50, per l'aratura e la semina. L'aratro di legno senza versoio veniva usato soprattutto per tracciare solchi e per dissodare terreni; quello di legno, munito di versoio, serviva per preparare il terreno per la semina. Esso era tirato da una coppia di buoi aggiogati (giogo).
All'inizio del secolo XX compare l'aratro di ferro che non tutti i contadini potevano acquistare, per cui, spesso, più famiglie mettevano insieme i propri risparmi e ne compravano uno in società.
La semina era fatta a spaglio: persone esperte, camminando con passo uniforme e con gesto sempre uguale, lanciavano il grano che veniva ricoperto passando sul terreno con l'erpice.

La mietitura

Nel mese di giugno si cominciava la mietitura del grano che costituiva un momento di forte aggregazione tra i contadini che si scambiavano "l'aiuto" per avere la sensazione di lavorare di più e di stancarsi meno.
All'alba erano già nei campi e, dopo aver legato con lunghe funi gli animali ad un albero per consentirne il pascolo, arrotavano le falci con la cote che tenevano sempre bagnata in un corno appeso alla cintura con dentro dell'acqua.
Infilavano quindi i salvadita rudimentali che ciascuno aveva costruito per conto proprio ritagliando opportunamente dei pezzi di canna di un diametro pari a quello delle dita.
Si segnavano la fronte e dopo aver pronunciato ad alta voce "nome di Dio", come gli antichi crociati all'inizio della battaglia, curvavano le loro schiene e, facendo voti augurali circa la bontà dell'annata, iniziavano il taglio del grano che veniva prima posato per terra, poi legato in covoni ed infine, a sera, ammucchiato in biche. Per la mietitura si utilizzava la falce messoria. Il frumento, tagliato ad un'altezza di 15-20 cm e raccolto in mucchietti, veniva poi riunito in covoni del diametro di circa 30 cm legati con un manipolo dello stesso frumento.
La trebbiatura si svolgeva sull'aia (ampio spazio antistante le masserie).
Consisteva nel far girare gli animali sui covoni allo scopo di frantumare le spighe e far fuoriuscire il grano.Molti effettuavano la stessa operazione con il correggiato (strumento formato da due bastoni di legno uniti da una corda che serviva per battere il grano).
Seguivano le fasi della separazione della paglia dal grano, della ventilazione e della vagliatura.
Prima dell'avvento della mietitrebbie, il momento della trebbiatura costituiva sempre il momento di festa collettiva. Le macinelle servivano per macinare il grano in casa quando non si poteva andare al mulino. Nell'ambiente sono presenti anche zappe, falci, vari tipi di forche utilizzate per raccogliere il fieno o la paglia, finimenti per cavalli da tiro, basto per gli animali da soma a cui venivano legati gli oggetti da trasportare: legna, sacchi, cesti di varia forma, ecc.



 
 
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