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In tutti i paesi, oltre alle attività agricole, erano praticate numerose attività artigianali: stagnaro, calderaio, cappellaio, impagliatore, fornaio, muratore, ecc.
I nomi di molte strade derivano dalle attività che vi si svolgevano, spesso anche all'aperto. La bottega dell'artigiano era luogo d'incontro e di discussione.
L'artigiano era sempre uno che conosceva e sapeva più degli altri.
Era tenuto in grande considerazione e l'aspirazione di molti giovani contadini era quella di cambiare mestiere e diventare un valente artigiano.
Perciò, quelle famiglie che potevano permetterselo mandavano i propri figli a fare gli apprendisti pagando il maestro prevalentemente in natura, perchè i ragazzi imparassero "l'arte". Il rapporto tra artigiani e contadini era spesso regolato da un contratto annuale (chiamato in dialetto "lu cunnùtte"), secondo il quale il contadino versava all'artigiano una cifra fissa o lo pagava con i prodotti della terra. A sua volta il primo si impegnava ad eseguire, anche a domicilio, alcuni lavori per la famiglia o per la sua abitazione. Nel museo sono riprodotte solo quattro delle attività più importanti:


 
 
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